Prorogata all’Università dell’Insubria la mostra «Il Gruppo"Immagine". Una storia di artivismo femminista da Varese alla Biennale di Venezia» che, inaugurata il 15 novembre nella sede del rettorato, in via Ravasi 2 a Varese, racconta la storia, poco conosciuta, del sodalizio artistico e militante varesino attivo tra gli anni '70 e '80.
Visto l’interesse del pubblico, resterà aperta fino al 31 maggio, visitabile gratuitamente dal lunedì al venerdì, con orario continuato dalle 9 alle 18.
La mostra è curata da Massimiliano Ferrario, docente di Storia dell'arte contemporanea e responsabile scientifico del Centro di Ricerca sulla Storia dell’arte contemporanea (Crisac), Dipartimento di Scienze umane e dell’innovazione per il territorio (Disuit), in collaborazione con Andrea Spiriti, ordinario di Storia dell’arte moderna e delegato del rettore per la Valorizzazione dei beni culturali, e Laura Facchin, docente di Storia sociale dell’arte.
L'esposizione si concentra sul Gruppo Femminista "Immagine" di Varese, fondato nel 1974 da Milli Gandini, Mariuccia Secol e Mirella Tognola e ampliatosi successivamente con le adesioni di Silvia Cibaldi, Clemen Parrocchetti e Mariagrazia Sironi. Il collettivo si impegnò nella battaglia per la ridefinizione del ruolo della donna, affrontando temi legati al lavoro, alla famiglia e alla maternità. Le esponenti del gruppo aderirono alla cosidetta "seconda ondata femminista", enfatizzando la differenza di genere rispetto all'uguaglianza.