Intervista al nuovo direttore generale Antonio Romeo: servizi agli studenti, efficienza e dialogo al centro del suo mandato

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Antonio Romeo
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Antonio Romeo è il nuovo direttore generale dell’Università dell’Insubria. Laureato in Scienze politiche, con un Master in Comunicazione pubblica, e iscritto all’Ordine dei giornalisti come pubblicista, vanta un solido percorso nel mondo universitario, con esperienze significative in diversi atenei italiani. Ha ricoperto incarichi di rilievo all’interno del Codau – l’organismo che riunisce i direttori generali delle università – e ha collaborato con l’Anvur, l’Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca. Una figura che unisce visione strategica, attenzione alla qualità e conoscenza approfondita del sistema accademico italiano. 

Nei suoi primi giorni all’Insubria, dove è arrivato il 5 maggio con un mandato triennale, Antonio Romeo ha accettato un'intervista del Servizio Comunicazione per raccontare alla comunità accademica il suo approccio alla gestione, il valore delle relazioni interne, l’attenzione agli studenti e l’importanza di rafforzare l’identità dell’Ateneo.  

Direttore, benvenuto all’Insubria: che cosa porta con sé dalla sua esperienza in realtà più grandi e importanti?
«Porto con me la complessità della gestione manageriale di un ateneo, che indipendentemente dalla dimensione ha profili diversi rispetto alle amministrazioni pubbliche tradizionali. Qui si respira aria di formazione e ricerca, si lavora con figure professionali come i docenti universitari, con cui è fondamentale costruire un rapporto sereno e di fiducia.
Nelle università la professionalità si fonda sulla valutazione del merito, sugli obiettivi raggiunti e sulle strategie messe in atto. Nel 2026, ad esempio, avremo una visita dell’Anvur: sarà uno stimolo ulteriore nella logica del miglioramento continuo.
Rispetto agli altri atenei in cui ho lavorato, questo è il primo nel Nord Italia: per me una novità personale e professionale. Palermo, dove sono stato sei anni, è un mega ateneo ed è stata un’esperienza molto importante. Le altre realtà – Politecnico di Bari e Università di Reggio Calabria – hanno invece dimensioni simili all’Insubria.
Come a Palermo, anche qui c’è Medicina, e questo fa la differenza: avere Medicina significa gestire competenze diversificate, perché l’integrazione tra assistenza, ricerca e formazione crea una realtà del tutto particolare».

Come sta iniziando a conoscere il territorio dell’Insubria?
«Sono arrivato l’altro ieri. Domani andrò a Como insieme al prorettore vicario, che ha anche la delega sulla sede, per visitare strutture e dipartimenti. Immagino che le due sedi abbiano vocazioni differenti – Como, ad esempio, più turistica rispetto a Varese – ma non sono ancora in grado di coglierne a fondo le differenze».

Cosa ritiene abbia convinto la rettrice Maria Pierro a scegliere lei?
«Credo cercasse un profilo con esperienza consolidata nella direzione di amministrazioni pubbliche complesse, meglio se universitarie. Faccio il direttore generale da 17 anni.
Forse ha inciso anche il mio modo di comunicare, che nasce in parte dalla mia attività da giornalista pubblicista, e una certa attenzione agli aspetti relazionali. Ho sottolineato nel colloquio l’importanza che do alla centralità degli studenti, anche questo può aver colpito.
Credo quindi che siano stati determinanti sia il mio profilo professionale, sia la sensibilità ai temi relazionali e organizzativi».

Su quali obiettivi si concentrerà inizialmente?
«Eredito obiettivi specifici già definiti a gennaio, come avviene ogni anno. Si tratta soprattutto di obiettivi gestionali. I grandi temi strategici, come il ruolo delle università europee o l’attrazione dei “cervelli”, spettano alla governance accademica. Il mio compito sarà far funzionare al meglio la macchina amministrativa: integrare nuove professionalità, rafforzare i rapporti tra Varese e Como, migliorare infrastrutture e servizi agli studenti.
Se necessario, lavorerò anche su un nuovo modello organizzativo, che è una delle funzioni tipiche del direttore generale. L’obiettivo è avere una struttura più efficiente, coerente con le strategie definite dalla rettrice e dal Consiglio di amministrazione».

Quali sono oggi le principali sfide per un’università come l’Insubria?
«Oggi le università competono soprattutto sui servizi agli studenti: residenze, sport, supporto psicologico e servizi di orientamento. Vogliamo che gli studenti vivano l’università ogni giorno appieno, per crescere come persone e cittadini, non solo dal punto di vista delle competenze tecniche. Altrettanto importante è l’aderenza dell’offerta formativa alle esigenze del territorio. A Como, ad esempio, c’è un corso in Scienze del Turismo: un segnale della volontà di rispondere alle vocazioni locali. Questa capacità di leggere il contesto è fondamentale per restare competitivi».

Quali difficoltà incontra oggi la gestione amministrativa di un ateneo?
«Una delle principali difficoltà è riuscire a selezionare e trattenere personale qualificato, nonostante gli stipendi pubblici non siano sempre attrattivi. Un altro tema è il ricambio generazionale: all’Insubria l’età media non è particolarmente alta, attorno ai 50 anni. Sarà mio compito valorizzare le esperienze del personale ma anche agevolare l’ingresso di giovani nei ruoli di responsabilità, nei limiti imposti dalla normativa e dalle risorse disponibili».

Data ultimo aggiornamento: 07 Maggio 2025