Diario di viaggio dall'Uzbekistan: l'accordo tra atenei che ha permesso un'esperienza di insegnamento a Tashkent per uno studente dell'Insubria

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riccardo girola
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Dieci studentesse provenienti dall’Università delle Lingue del mondo di Tashkent stanno trascorrendo sei mesi all’Università dell’Insubria, nella sede di Varese, grazie a un accordo quinquennale tra i due atenei.

Il progetto, simile a un Erasmus ma fuori dall’Unione Europea, prevede uno scambio culturale e formativo che coinvolge studenti e docenti. Le ragazze stanno seguendo corsi in ambito linguistico, culturale e comunicativo e stanno documentando l’esperienza anche sui social. Questo percorso servirà loro per lavorare nel settore turistico, sempre più interessato al mercato italiano.

Allo stesso tempo, anche alcuni studenti italiani stanno vivendo un’esperienza analoga in Uzbekistan. Tra loro c’è Riccardo Girola, laureato in Scienze della comunicazione, che ha appena concluso un periodo di insegnamento a Tashkent, di cui pubblichiamo il suo diario di viaggio, uno sguardo inedito su un ponte culturale che unisce Italia e Asia centrale:

La mia esperienza in Uzbekistan di circa due mesi è iniziata il 2 aprile nella capitale Tashkent, a circa 6000 chilometri di distanza dal piccolo paese in cui vivo, in un paese totalmente diverso dall’Italia del quale non conoscevo molto ma che allo stesso tempo mi ha incuriosito dal momento stesso in cui mi è stata offerta questa opportunità lavorativa. Ho volato con la compagnia Uzbekistan Airways e il viaggio è durato 9 ore e al mio arrivo mi sono recato subito in Università dove ho sostenuto la mia prima lezione il giorno stesso. Ho lavorato come insegnante presso l’università Uzbekistan World State Languages nella facoltà di traduzione grazie all’accordo con l’università degli Studi dell’Insubria di Varese, la quale ha concesso i fondi sufficienti per la realizzazione di questo progetto. Per la prima volta ho conosciuto il punto di vista dell’insegnante e quanto questa figura sia importante nel plasmare la mente di uno studente. Data la poca differenza di età tra me e gli studenti, è stato semplice instaurare un rapporto più empatico e informale, il quale ha facilitato la comunicazione e la partecipazione attiva.

Ho dato maggiore importanza alla creazione di legami umani soprattutto con altri insegnanti internazionali dai quali ho potuto apprendere nozioni e consigli fondamentali. Molti di loro hanno reso la mia permanenza un'esperienza di vita indimenticabile e nonostante le loro innumerevoli esperienze erano disposti ad ascoltare il punto di vista di un giovane insegnante.

Questa apertura al dialogo e alla collaborazione l’ho riscontrata con quasi tutte le persone che ho conosciuto in Uzbekistan, la loro gentilezza li contraddistingue. La profonda differenza culturale mi ha obbligato a modificare le mie abitudini al fine di immergermi maggiormente in una cultura nuova e completamente diversa dalla mia. Questa attitudine mi ha permesso di vivere l’esperienza del viaggio a pieno, portando diversi benefici.

Durante la mia permanenza ho soggiornato all’interno del campus universitario, condividendo parte del mio alloggio con un professore statunitense di nome Ralph Schusler, insegnante di lingua inglese, con cui ho condiviso momenti magnifici, ci siamo scambiati opinioni in merito a diversi argomenti socio-culturali dei nostri paesi ma anche riguardo alla zona di mondo dove ci trovavamo. Lui, come gli altri professori, sono stati preziosi per scoprire dei segreti legati all’insegnamento.

Le classi erano composte all’incirca da 15 studenti, nella maggior parte dei casi solo ragazze, fatta eccezione per alcuni studenti maschi. Questa disparità è dovuta all’indirizzo di studio che viene preferito da studentesse femmine, al contrario di altri indirizzi come economia o giurisprudenza dove sono presenti in maggioranza studenti maschi.

Sono stato sorpreso a sapere che gli studenti a cui ho insegnato avessero scelto di studiare la lingua italiana e spesso ho chiesto il motivo di questa scelta, alcuni di loro lo studiano esclusivamente per il fascino della cultura, altri per poter diventare delle guide all’interno del loro paese e una piccola parte di loro per poter cantare l’opera, genere musicale piuttosto amato nell’Asia centrale e in Russia.

Ho fatto conoscenze con qualche persona italiana residente a Tashkent per motivi di lavoro, con loro ho stretto un forte legame e ci siamo aiutati a vicenda nei momenti un po’ più difficili, mi hanno aiutato ad uscire dalla routine e vivere più a fondo la vita nella città. Al di fuori di loro non ho incontrato italiani nella capitale se non nelle mete più turistiche come Samarcanda, Bukhara e Khiva. Queste città le ho visitate durante gli ultimi giorni e ritengo che siano delle mete da visitare almeno una volta nella vita, soprattutto Khiva, la quale ha conservato maggiormente le sue caratteristiche a differenza di Samarcanda che per via delle ricostruzioni e del forte turismo risulta meno autentica. Il Registan e gli altri luoghi più noti della città di Samarcanda attraggono per la loro bellezza e rilevanza storica; la forte presenza di visitatori riflette l’interesse sempre maggiore che l’Uzbekistan suscita nel mondo.

Durante il mio viaggio verso queste mete ho sperimentato quasi tutti i mezzi di trasporto, tra cui il treno veloce “Afrosiyob”, moderno e confortevole che permette di arrivare a Samarcanda da Tashkent in sole 2 ore, il costo del biglietto andata e ritorno è di circa 15 euro. Per quanto riguarda le altre mete ho viaggiato anche sui vecchi treni sovietici, la prima volta in una stanza dotata di un letto a castello, piccola ma allo stesso tempo confortevole. Per andare da Bukhara a Khiva ho impiegato poco più di 5 ore e ho prenotato un posto letto “Platz”, piuttosto spartano e meno confortevole, colmo di gente e privo di aria condizionata. Nonostante le condizioni fossero molto diverse dal treno veloce ho apprezzato questo modo di viaggiare, molto comune tra le persone uzbeke per via del costo del biglietto, all’incirca 10 euro per la tratta Samarcanda – Bukhara e 15 euro per la tratta Bukhara - Khiva. E’ consigliabile prenotare con largo anticipo i biglietti del treno veloce “Afrosiyob” soprattutto nei periodi di alto turismo in quanto finiscono in fretta.

Il costo della vita e il cibo sono un ottimo punto a favore di questo paese, considerato molto economico anche da turisti di diverse parti del mondo. Inoltre il settore dell’allevamento e l’agricoltura sono molto sviluppati e i prodotti alimentari hanno un altissima qualità, soprattutto per quanto riguarda la carne, frutta e verdura. E’ stato lodevole notare quanto le persone abbiano cura della loro città, anche in posti affollati come la metro a Tashkent, dove sono presenti signore che puliscono i pavimenti tutto il giorno. La cura del verde sia nella città sia all’interno dell’università necessita di essere menzionata.

In sintesi l’Uzbekistan è un paese da scoprire in lungo e in largo, dalla cucina, allo stile di vita, alla religione e anche dal punto di vista lavorativo in quanto sta vivendo un momento di forte crescita economica. L’altissima natalità rende questo paese giovane e ricco di energie, che accompagnate alla benevolenza delle persone lo rende una meta fantastica. Questa esperienza mi ha lasciato un segno indelebile e spero vivamente di tornarci in futuro.

(In foto, Riccardo Girola)

Data ultimo aggiornamento: 26 Maggio 2025