È stato discusso il 18 dicembre il primo dottorato di ricerca congiunto tra l’Università dell’Insubria e la Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (Supsi), nell’ambito del dottorato in Scienze della vita e biotecnologie. Il percorso nasce da un accordo avviato nel 2022 tra il Dipartimento di Biotecnologie e scienze della vita (Dbsv) dell’Insubria e la Supsi, con l’obiettivo di sviluppare un programma formativo e di ricerca condiviso.
All’epoca il corso di dottorato era coordinato dalla professoressa Silvia Sacchi, che ha contribuito in modo determinante alla firma dell’agreement con la Supsi. Il coordinamento è attualmente affidato al professor Antonino Montagnoli, in continuità con il progetto formativo e scientifico avviato.
A concludere il ciclo di studi è stato l’ingegner Giulio Saroglia, laureato in Ingegneria Biomedicale al Politecnico di Milano, che ha discusso la propria tesi sotto il tutoraggio congiunto del professor Matteo Tozzi, chirurgo vascolare del Dbsv, e del professor Igor Stefanini della Supsi, specialista in elettronica e microtecnica applicata ai dispositivi medicali.
La ricerca ha riguardato lo sviluppo di un sensore di pressione impiantabile per interventi di chirurgia di riparazione endovascolare (Evar) dell’aneurisma aortico addominale, insieme alla realizzazione di un banco test per la prima validazione del dispositivo in un circuito simulante il flusso aortico-addominale. Il sensore consente di monitorare la pressione residua nella sacca aneurismatica esclusa, rilevando anche minimi riversamenti ematici e trasmettendo i dati a un ricevitore esterno tramite tecnologia Rfid.
Le prove di validazione su banco test hanno fornito risultati promettenti, aprendo alla prosecuzione degli studi su modelli animali. L’applicazione del dispositivo potrebbe contribuire a individuare precocemente eventuali complicanze post-operatorie e a ottimizzare i controlli clinici nel breve e medio termine.
(Nella foto, da sinistra: Antonino Montagnoli, Giulio Saroglia e Igor Stefanini)