Indicazioni tipografiche

In generale

La tesi è normalmente divisa in Parti, e queste a loro volta in Capitoli. I Capitoli possono a loro volta essere ancora suddivisi in Paragrafi, preferibilmente numerati. Vi saranno inoltre una Introduzione e un capitolo di Conclusioni. La tesi si apre con l’Indice e si conclude con la Bibliografia delle opere citate.
Nell’Introduzione si definisce con esattezza il tema della tesi, se ne illustra lo schema, motivando le scelte fatte. Sono poi messe in luce le caratteristiche più importanti del lavoro, insieme con le sue limitazioni.
Nelle Conclusioni il candidato potrà riassumere i risultati cui è pervenuto, le conclusioni personali raggiunte e i passi fondamentali del suo lavoro.

Nella preparazione dell’Indice, occorre tenere presente che la sua funzione non è soltanto di consentire il reperimento dei temi trattati; ma anche quella di offrire al lettore una visione sintetica e ordinata del contenuto della tesi e in particolare del modo in cui la materia è stata organizzata. Accanto ai titoli dei Capitoli l’indice recherà il numero della pagina di inizio.
È consigliabile che l’indice sia seguito da un Indice dei Grafici e delle Tabelle (se ve ne sono). Grafici e Tabelle sono individuati da un titolo e da un numero d’ordine progressivo.
La tesi sarà dattiloscritta o stampata su fogli di formato A4. La battitura della tesi dovrà essere effettuata  fronte/retro. Il numero delle pagine non deve superare in linea di massima 150.

Stile

Lo stile della tesi avrà come modello quello della scrittura scientifica. Ciò significa che si eviteranno affermazioni non documentate o non dimostrate (a meno che si tratti di nozioni comuni); non si utilizzeranno espressioni vaghe; si eviteranno le ripetizioni (a meno che siano giustificate, ad esempio per riprendere un discorso già svolto altrove); non si utilizzeranno più parole di quelle necessarie per definire con precisione un concetto.
Quando si riportano opinioni altrui la fonte deve essere citata con la massima esattezza possibile (nel caso di citazioni di testo o di dati deve essere indicata la pagina dell’opera, o la tabella).
Le Note possono essere usate, oltre che per i richiami bibliografici (vedi oltre) anche per chiarire affermazioni o per fornire ulteriori informazioni, senza appesantire eccessivamente il testo.

Bibliografia

Alla fine della tesi la Bibliografia contiene l’indicazione bibliografica precisa e completa di articoli, libri e altro materiale citato nel testo o nelle Note.

Qualora lo ritenga opportuno, il candidato potrà aggiungere l’indicazione dei testi - diversi da quelli citati - che egli ritenga fondamentali per la comprensione e lo studio dell’argomento trattato.

Le indicazioni bibliografiche dovranno contenere, nell’ordine:

cognome dell’Autore o del Curatore, iniziale del nome, oppure nome dell’Ente cui è attribuita l’opera
titolo dell’opera sottolineato (corsivo in stampa)
luogo, editore, anno di edizione (eventualmente numero dell’edizione) se si tratta di un libro
oppure
l’indicazione: “in”, seguita dal nome del Curatore (o dei Curatori) o dell’Ente, nonché dalle stesse indicazioni di cui al punto precedente, se si tratta di un testo raccolto in volume con altri. In questo caso il titolo andrà tra virgolette e si indicherà anche il numero della prima e dell’ultima pagina del testo che interessa
se si tratta di un articolo, il titolo tra virgolette della pubblicazione periodica in cui è comparso, seguito da mese, trimestre o quadrimestre, anno, pagina di inizio e di fine.

Esempi

T. Persson e G. Tabellini (1996) Politica Macroeconomica. Le Nuove Teorie, Roma, La Nuova Italia Scientifica.

J. Broome (1989) What’s the good of equality?, in J.D. Hey “Current Issues in Microeconomics”, London, Macmillan, pp. 236-262.

Bernardi, L. (1995) L’Irpef: ragioni di una riforma e analisi di una proposta, in “Rivista di Diritto Finanziario e Scienza delle Finanze”, vol. 54, pp. 436-484.

Quando per uno stesso autore siano citate due o più pubblicazioni dello stesso anno, quest’ultimo sarà seguito da una lettera progressiva.
Le opere vanno elencate secondo l’ordine alfabetico delle iniziali dei cognomi degli Autori; e, per ogni Autore, secondo l’ordine cronologico di pubblicazione.

Richiami bibliografici

Per semplificare i richiami bibliografici, nel testo o nelle note, si potranno indicare, anziché tutte le informazioni della Bibliografia: cognome dell’Autore, iniziale del nome, anno di pubblicazione (tra parentesi); eventualmente, lettera progressiva se nello stesso anno l’Autore ha pubblicato più di un’opera.
Esempio: Barattieri V. (1972 b).