Paolo Musso ricorda Eusebio Chineri, saggio del popolo Matsigenka e appassionato di lingue amazzoniche che ha contribuito alla nascita del centro InCosmiCon

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Mercoledì 27 agosto, a soli 62 anni, è morto nella sua casa di Sepahua il professor Eusebio Chineri Pinedo, saggio del popolo Matsigenka, che ha dato un grandissimo contributo al lavoro svolto in questi anni dal centro InCosmiCon del Disuit (www.incosmicon.net) sulle lingue parlate nell’università amazzonica UCSS-Nopoki di Atalaya, situata nel Perù sud-orientale, dove Chineri aveva insegnato per diversi anni.

La ricerca, che comprenderà sette articoli sulle grammatiche e i sistemi matematici di altrettante lingue amazzoniche di cui finora non esiste nessun resoconto completo e affidabile, è ormai prossima alla pubblicazione in un numero speciale della rivista Expressio, diretta dai professori Giulio Facchetti e Paolo Nitti, anch’essi membri del Disuit e di InCosmiCon. E il contributo del professor Chineri è stato determinante, non solo a questo proposito, ma anche per la stessa nascita del centro di ricerca, come ci spiega il suo direttore, il professor Paolo Musso.

Il ricordo del professor Paolo Musso

«Ho conosciuto Eusebio Chineri nel 2017, durante il mio primo viaggio a Nopoki, nell’ambito del progetto La vida en el universo, finanziato dall’Università di Oxford. Quell’unico incontro bastò a far nascere un’amicizia che sarebbe durata per tutta la vita, anche se non potevo immaginare che la sua sarebbe stata così breve. Quella sera Chineri mi raccontò come aveva creato un nuovo sistema di numerazione per il suo popolo (che fino ad allora sapeva contare soltanto fino a tre), che in seguito è stato riconosciuto ufficialmente anche dal governo peruviano. Questa affascinante storia fu decisiva nel convincermi che un centro di ricerca che studiasse, fra le altre cose, ciò che si stava facendo a Nopoki avrebbe potuto dare risultati importantissimi non solo in campo linguistico, ma anche filosofico e antropologico: è anche grazie a lui che è nato InCosmiCon. Purtroppo, poco dopo Chineri iniziò ad avere problemi di salute e dovette lasciare Nopoki, poi venne il Covid e passarono sei anni prima che ci rivedessimo. Di lui voglio ricordare due episodi. Nel 2023 andai a cercarlo in battello lungo l’Urubamba, perché volevo assolutamente che partecipasse al nostro progetto. Finalmente lo trovai nella cittadina di Sepahua e, dopo gli inevitabili saluti e abbracci, gli chiesi quando avrebbe potuto venire a Nopoki. E lui, come se stesse dicendo la cosa più ovvia del mondo, mi rispose: Ahora. L’anno seguente, mentre stava di nuovo lavorando con noi a Nopoki, portarono ad Atalaya in coma diabetico una sua nipote, che morì poco dopo. Chineri andò in ospedale e fece tutto ciò che poteva per lei, ma non permise che questo lo distraesse dal suo lavoro neanche per un attimo. Per lui la preservazione della lingua e della cultura del suo popolo era un dovere sacro, che aveva la precedenza su ogni altra cosa. So che nel nostro tempo scettico e nichilista è difficile prendere sul serio parole come queste, ma lui era così. Per questo, pur nella tristezza per aver perso un grande amico (anzi, un fratello, come lui mi chiamava), sono felice che siamo riusciti a finire l’articolo sulla lingua Matsigenka, proprio per un pelo, pochi giorni prima che si ammalasse di nuovo. Questa era per lui la migliore eredità che avrebbe potuto lasciarci e farla conoscere al mondo accademico sarà per noi il miglior modo di rendergli omaggio».

 

(Nella fotografia, il professor Eusebio Chineri, a sinistra, spiega al professor Paolo Musso come ha creato la numerazione Matsigenka, Nopoki, 18 marzo 2017)

Data ultimo aggiornamento: 02 Settembre 2025