Quali sono gli effetti sul cervello del trauma grave come quello scatenato da situazioni di guerra o grave violenza sociale?
Questo il tema del workshop «Cervello e guerra» organizzato dal Centro di ricerca in Neuroscienze dell’Università degli Studi dell’Insubria il 17 marzo, dalle 14:30 alle 16:30, nella biblioteca ai Molini Marzoli di Busto Arsizio, inserito nella Settimana del Cervello (Brain Awareness Week), un appuntamento internazionale proposto ogni anno dalla Dana Foundation, rivolto al pubblico generale, insegnanti, studenti, famiglie.
L’incontro è suddiviso in due seminari divulgativi (di 45 min l’uno circa), rivolti ad un pubblico di insegnanti e studenti delle scuole superiori della città di Busto Arsizio, oltre che alla cittadinanza generale.
Il tema è affrontato a due livelli: quello della psicologia, ovvero della descrizione degli effetti del trauma sulla salute mentale degli individui e delle comunità colpite; successivamente, al livello della ricerca neurobiologica di base, in cui si studiano i meccanismi (molecolari, genetici, epigenetici) della malattia più tipicamente legata al trauma acuto, la PTSD (post-traumatic stress disorder).
Verranno anche discusse le proposte terapeutiche offerte dalla psicologia clinica e quelle in studio nell’ambito della ricerca neuropsicofarmacologica.
L’obiettivo dell’evento è far emergere in tutta la sua urgenza il messaggio che la violenza e le guerre hanno conseguenze gravi non solo per le morti e distruzioni causate al momento, ma per gli strascichi di conseguenze avverse sulla salute mentale delle persone coinvolte.
Le speaker sono due esperte rispettivamente nei campi della Psicologia/Psicoterapia e della Neuropsicofarmacologia:
- Dr.ssa Chiara Iacono, psicologa clinica e psicoterapeuta con orientamento transculturale, si occupa della cura di adulti con problematiche legate all’ansia, alla gestione del lutto e alla migrazione. Collabora con l’istituto Europeo di Psicotraumatologia e con diverse Organizzazioni Non Governative nazionali e internazionali, partecipando a missioni basate su progetti psico-sociali centrati sulla cura del trauma in paesi in conflitto. Si occupa di formazione per enti privati e pubblici per aspetti culturali della e nella cura, stress management, tematiche legate alla migrazione.
- Prof.ssa Patrizia Campolongo, neuropsicofarmacologa dell Università La Sapienza, Roma. La sua ricerca ha come tema centrale gli effetti dello stress sulla memoria e lo studio dei diversi circuiti neurali che producono la risposta comportamentale nello stress. Inoltre studia il sistema endocannabinoide come regolatore del consolidamento, del richiamo e dell’estinzione della memoria, e la sua azione in situazione di trauma acuto/stress cronico. Recentemente gli interessi di ricerca si sono espansi dai modelli animali agli esseri umani, per esplorare i meccanismi neurali alla base dei disordini cognitivi nella PTSD e i correlati neurobiologici dello sviluppo di disordini cognitivi in una popolazione italiana di soggetti con alta capacità di memoria autobiografica.
Iscrizione: l’ingresso è libero. Si invita a segnalare la partecipazione iscrivendosi al sito.
Il Centro di ricerca in Neuroscienze dell’Università dell’Insubria, raccoglie circa quindici scienziati tra ricercatori e docenti dei Dipartimenti di Biotecnologie e Scienze della Vita/Medicina e Chirurgia dell’Insubria, e diverse decine di giovani collaboratori e dottorandi/e. Attività principale del Centro è l’organizzazione di seminari ed eventi neuroscientifici, sia divulgativi (rivolti alla cittadinanza generale) che specialistici (rivolti alla comunità di neurobiologi e ricercatori in ambito biomedico dell’Ateneo).
Responsabili dell’organizzazione:
Dr. Lia Forti, Direttore del Centro
prof. Tiziana Rubino.