Il 5 per mille della dichiarazione dei redditi alla ricerca Insubria: i progetti eccellenti cofinanziati negli ultimi due anni

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Anche quest’anno l’Università degli Studi dell’Insubria invita a devolvere alla ricerca di Ateneo il 5 per 1000 nella dichiarazione dei redditi, selezionando il Finanziamento della ricerca scientifica e dell’università e indicando il codice fiscale: 95039180120.

L’Università dell’Insubria conferisce le intere risorse del 5 per 1000 a sostegno della ricerca scientifica, attraverso il finanziamento di Progetti di Ricerca innovativi e interdisciplinari proposti dai giovani ricercatori dell’Ateneo nelle tre aree europee di ricerca definite dall’European Research Council, ossia Scienze della vita, Scienze sociali e umanistiche, Matematica, Scienze fisiche, Informazione e comunicazione, Ingegneria, Scienze della terra e dell’universo.

Come indicato dalla professoressa Flavia Marinelli, Delegata del Rettore per la Ricerca di Ateneo:

La progettualità dei giovani ricercatori rappresenta il volano per la crescita della ricerca scientifica e tecnologica di tutto l’Ateneo e, attraverso la ricerca ed il trasferimento tecnologico delle scoperte scientifiche, valorizza il territorio insubre a livello nazionale ed internazionale. I progetti sinora finanziati stimolano i giovani talenti nel proporre idee per accedere ai finanziamenti nazionali ed europei e sostengono lo sviluppo della loro carriera accademica. I giovani ricercatori rappresentano il futuro dell’Università dell’Insubria e sono una risorsa da coltivare per il nostro territorio e per il nostro Paese.

Negli ultimi due anni il contributo del 5 per 1000 è stato impiegato, infatti, per cofinanziare Progetti di Ricerca considerati eccellenti da un processo di revisione esterna all’Ateneo, affidato a revisori italiani e stranieri del Registro digitale di esperti scientifici indipendenti del Ministero dell’Università e della Ricerca, Reprise, per garantire la massima qualità e trasparenza nella selezione dei vincitori.

Nel corso del 2023 l’Insubria ha cofinanziato sei progetti di giovani ricercatori, attualmente in corso, di cui due per ciascuna area dell’European Research Council.

Per il settore di Scienze della Vita sono stati finanziati i progetti delle due ricercatrici Christina Pagiatakis e Isabella Barbiero. Christina Pagiatakis ha presentato un progetto di ricerca su nuovi strumenti terapeutici per far fronte alle malattie cardiovascolari che, traducendosi in insufficienza cardiaca, sono tra le più comuni cause di mortalità e comportano un gravoso onere economico per i sistemi sanitari. Isabella Barbiero ha proposto, invece, uno studio pilota per approfondire il ruolo del gene CDKL5, le cui mutazioni sono responsabili della grave patologia del neurosviluppo che determinano già a partire dai primi mesi di vita dei bambini malati di epilessia, ritardo cognitivo e disturbi nell’apparato motore e di quello gastroenterico. 

Per il settore di Scienze fisiche, chimiche e ingegneristiche sono stati finanziati i progetti di Davide Spanu, alla ricerca di soluzioni innovative e sostenibili, come la fotocatalisi, per la purificazione dell’acqua potabile dall’eccesso di nitrati che risultano tossici per l’uomo e per gli ecosistemi acquatici, e di Silvia Gazzola, la cui ricerca è finalizzata alla riduzione dell’uso di erbicidi in agricoltura grazie all’introduzione di molecole che rendano più efficaci la loro azione, riducendone quindi il dosaggio necessario, in accordo con le attuali raccomandazioni dell’Unione Europea che mirano alla riduzione dell’impiego dei prodotti chimici per la protezione delle colture.

Nell’ambito delle Scienze sociali e umanistiche, hanno vinto il finanziamento i progetti di Elena Valentina Maiolini, e di Valentina Erminia Albanese. Elena Valentina Maiolini ha presentato uno studio di approfondimento e valorizzazione dell’opera di Guido Morselli attraverso la pubblicazione di testi inediti dello scrittore e la realizzazione di un progetto didattico per diffonderne l’opera tra gli studenti delle scuole superiori della Provincia di Varese. Valentina Erminia Albanese, con il progetto We-DanSe, stimola alla riflessione sulla sicurezza delle donne negli spazi urbani, spesso disegnati sulla base di un concetto di esclusione delle donne dalla vita pubblica, attraverso il monitoraggio delle performance di danza in spazi pubblici in città modello come Milano, Bologna e Catania. Anche in questo caso il progetto prevede l’aspetto didattico, attraverso una Summer School che verrà proposta a Como Città Creativa Unesco.

Data ultimo aggiornamento: 03 Maggio 2024