Catarsi esistenziale: e la mostra di Gianluigi Bennati riporta l'arte in università

Con l’omaggio a questo importante artista del territorio si inaugura la stagione espositiva dell’ateneo, frutto del lavoro del neonato Centro di ricerca sulla Storia dell’arte contemporanea diretto da Andrea Spiriti
17 Maggio 2019

 

Varese, 17 maggio 2019 – La mostra «Gianluigi Bennati. Arte come catarsi esistenziale» si è inaugurata venerdì 17 maggio con un vernissage aperto al pubblico, alle 10 all’Università dell’Insubria, in via Ravasi 2 a Varese. L’esposizione, ideata da Andrea Spiriti, professore ordinario di Storia dell’arte moderna e direttore del Crisac, il neonato Centro di ricerca sulla Storia dell’arte contemporanea, presenta negli spazi del Rettorato oltre 30 opere, per lo più inedite, tra sculture, grafiche e dipinti, di Gianluigi Bennati (1929-2011), milanese di nascita, ma gazzadese d’adozione.

L’evento rappresenta un omaggio all’estro e alla creatività di un importante artista del territorio. La mostra è stata ideata alla luce dello storico legame che ha unito Bennati, per decenni, alla città di Varese e all’Università dell’Insubria. Non a caso era stato proprio lo stesso scultore, nel 1999, a offrire, in occasione della costituzione dell’Ateneo, una sua opera «Costrizione», anche essa presente in mostra.

Allo stesso modo lo scorso anno è stato esposto, in occasione della mostra collettiva di 27 artisti «Arte in Università a Varese» (e poi donato all’Università) il monumentale «Uomo di cultura», scultura che accoglie i visitatori all’ingresso dello scalone del Rettorato. Un’opera realizzata in terracotta di 2 metri e 70 centimetri di altezza, divenuta tra i simboli più riconoscibili delle celebrazioni per il Ventennale insubre.

La mostra e il catalogo costituiscono il tentativo di sondare più nel profondo i capisaldi di una ricerca, durata oltre quarant’anni. Un lavoro allo stesso tempo pubblico e comunitario, intimo e introspettivo. «Per Bennati - spiega il curatore Massimiliano Ferrario, dottore di ricerca dell’Università dell’Insubria - l’arte è un rito di purificazione individuale e collettivo. È un mezzo per superare quei conflitti, passati o presenti, che attanagliano l’uomo e lo relegano a una passiva condizione di subalternità e disagio. Per Bennati l’arte è invece trauma, lotta, slancio, caduta, rinascita, autoaffermazione: è catarsi esistenziale».

Il lavoro di Bennati, ben noto nel Varesotto per i grandi gruppi scultorei dedicati a tematiche sociali e commemorative, sviluppa in maniera molto ampia, multiforme e a tratti sofferta, l’indagine sulla dimensione esistenziale dell’essere umano, letta e interpretata alla luce del suo portato biografico. Le opere esposte, tutte, ad eccezione di quelle già di proprietà dell’Ateneo provenienti dall’atelier dell’artista, rappresentano un vero e proprio saggio di antropologia e sociologia, dove l’indagine sull’umanità è declinata attraverso categorie esistenziali che assurgono alla condizione di status cristallizzati: la maternità, il femminile, il lavoro, il sacro.

Questi temi Bennati li ha indagati da autodidatta e in assoluta autonomia, restando volutamente ai margini del dibattito critico del secondo Novecento, ma mostrando un calibrato uso di citazionismi, omaggi e rievocazioni stilistiche, sempre opportunamente filtrate dalla sua riconoscibile estetica espressionista di matrice popolare.

Il percorso espositivo, allestito negli spazi monumentali del Rettorato dell’Università, si compone di 23 sculture, 7 lavori grafici e 1 dipinto che ben restituiscono la poliedricità della ricerca dell’artista nei termini di supporti, tecniche e materiali.

La mostra, che sarà visitabile sino al 19 luglio negli orari di apertura dell’Ateneo (da lunedì a venerdì ore 8-19, www.uninsubria.it), rappresenta il primo di una serie di periodici appuntamenti espositivi, dedicati alla conoscenza degli artisti attivi sul territorio tra XX e XXI secolo, allestiti nella stessa sede curati dal Crisac dell’Università dell’Insubria.

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